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Correva l'anno 2008 e una allora ventenne apriva un blog di viaggi (low cost) che presto sarebbe diventato il suo lavoro a tempo pieno. Era il 2008 e, come dico spesso, di blog di viaggi in Italia se ne contavano

La bici cargo l'avevo in mente da tanto, l'incidente che ho fatto venerdì scorso è stato il "pretesto" per mettere in moto tutto, diciamolo. La settimana scorsa sono stata investita mentre attraversavo sulle strisce ciclabili da un'auto. Non è successo

La mia storia digitale inizia come blogger nell'ormai lontan(issim)o 2008. Una ragazza con un pc (allora e Mac poi) con tanta voglia di scrivere. Mio fratello mi prese da parte una sera e mi disse "social network, ricordati questo, sarà il futuro". Profezia più che avverata, non solo è stato davvero il futuro, ma è stato anche il mio futuro. Ho iniziato quindi a scrivere di viaggi, ogni giorno, un post pubblicato ogni dì tra le 7.30 e le 9.30 della mattina (spesso mentre ero in ufficio, ora posso dirlo).

Il titolo dice vacanza e non viaggio. Tutta la differenza è in queste due parole, in nient'altro. Avevo già fatto dei viaggi senza Giulio. Viaggi di lavoro per lo più e tralasciando la vacanza in Sardegna (per un addio al nubilato), questa era la prima vera vacanza dopo tanti anni, tantissimi anni. Vacanza, sottolineo di nuovo e non viaggio (e che differenza c'è? c'è, c'è.). Com'è andata? Ora ve lo racconto. 

Jesolo è una piccola oasi di pace. L'ho conosciuta solo pochi giorni fa e l'ho trovata perfetta per passare un weekend in famiglia. Sono sincera, non ho visto la spiaggia di Jesolo, non ho avuto tempo perché mi sono concentrata per due giorni pieni al Caribe Bay, il parco a tema acquatico ex Aqualandia, inserito tra l'altro tra i dieci parchi migliori al mondo.

Ho scritto un libro. Ho scritto un libro. Ho scritto un libro. Un libro con la copertina, un libro che sta in libreria, in vendita e che si vende. Quando qualche settimana fa sono andata alla Feltrinelli di Rimini a chiedere, a bassa voce per non farmi sentire da nessuno tanta era l'emozione "quante copie ha venduto il mio libro?", è stata una cosa tra l'incredibile e il "ma sul serio sto dicendo?".