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  >  Food   >  Metodo Charmat o Metodo Classico, cos’ho imparato a Marsala
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Durante la mia permanenza a Marsala durante il MarsalaWine 2013, ho avuto l’occasione di partecipare a una degustazione di Metodo Classico 🙂 e la cosa mi è piaciuta parecchio.
Premetto subito che la mia preparazione in tema di vini e bollicine si limita e si è sempre limitato all’assaggio, a volte più che all’assaggio, ma sempre da profana e da “golosa”, mai da professionista, anche perché non ne avrei ne le competenze ne le capacità. Ecco perché ho trovato estremamente interessante queste degustazione, durata circa un’ora, in cui veniva spiegato per filo e per segno, partendo dalle basi, cos’è un metodo classico, come si degustano questi vini e a quali cibi si accostano.
Le bollicine nella Sicilia Orientale hanno una buona tradizione da circa 15 anni, mentre nella Sicilia Occidentale solo da qualche anno, hanno iniziato ad essere presenti.
Ma che cos’è effettivamente il Metodo Classico, in francese Metodo Charmat? Il Metodo Classico non è altro che la rifermentazione dentro la bottiglia con aggiunta di lieviti, zuccheri e riattivanti di fermentazione. Come si attua? Il vino viene fatto riposare con il metodo remuage si prende il vino, si tappa la bottiglia e la si lascia per 36, 50, 12 mesi in base a cosa si vuole ottenere. A questo punto, una volta che la bottiglia è giusta in posizione quasi verticale, ma in realtà obliqua, con il tappo verso il basso, si procede all’espulsione delle fecce.
Oggigiorno si fa questa operazione con il metodo del congelamento, togliendo le “impurità” del vino e rimboccandola prima di richiuderla nuovamente con vino invecchiato e zucchero, generalmente 4 grammi per litro.
metodo classico
Una bottiglia di bollicine buone si riconosce anche dal suo peso. Le bottiglie sono inevitabilmente più spesse, grosse. Le bolliccine che tanto ci piace bere possiamo riconoscerle dal prezzo innanzitutto, dalla bottiglia come appena detto, ma anche dal bicchiere. Le bollicine si riconoscono subito per la colonna di bollicine, appunto, che dal centro del bicchiere salgono su, velocissime e piccolissime. Il colore e il sapore si differenziano dal tipo di vino e dall’etichetta scelta.
Una curiosità che ho imparato è che non si fa il botto! Noi siamo abituati con le bollicine a fare grandi botti, a far saltare il tappo in alto, a far divertire i bambini o a farli spaventare perché no. Ecco, questo non si fa. Il tappo deve essere tenuto ben fermo e il rumore allo “stappo” deve essere una soffiatura quasi impercettibile. Perché?! Per rispetto al metodo classico, uno dei più amati e dei più rinomati del mondo del vino.
Un’altra piacevole scoperta è stata sapere che in realtà le bollicine vanno benissimo con gli aperitivi e i dolci, ma sono ottimi anche con la pizza e con tanti primi. Gli accostamenti sono infiniti e il sommelier che ha tenuto questa degustazione al Marsala Wine 2013 ha tenuto a precisare che le bollicine sono un vino a tutto pasto! Basta solo saperle abbinare 🙂
Il sapore delle bollicine è tipicamente quello della crosta di pane, poi in base al tipo di etichetta, di lavorazione e di zona di produzione, perché no, ogni vino ha i suoi odori e i suoi profumi. Inoltre è importantissimo ricordare che ogni bollicina, anche della stessa etichetta e della stessa azienda vinicola, è diversa dall’altra. Ogni bottiglia è unica, perché lavorata una ad una, a “mano”. Ecco perché spesso e volentieri da una bottiglia all’altra, della stessa etichetta, scopriamo profumi e sapori diversi.
Nello specifico al Marsala Wine abbiamo provato l’Azienda Firriato che si trova a Trapani, in Provincia e produce sull’Etna, una bottiglia 18 mesi di Planeta 2011, un Terza Via di De Bartoli e due 595 Colomba Bianca, uno chardonnay e un rosé. La curiosità del nome 595? Perché produce a 595 metri sul livello del mare 😉
Buone bollicine!

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