Top
  >  blog   >  Travel Blogger, come guadagnare
blank

La premessa è doverosa, se non avete seguito alla lettera i due precedenti post, quindi come diventare Travel Blogger e come diventare un Travel Blogger per professione, questo articolo è inutile per voi. Inutile che lo leggiate perché da un blog non riceverete nemmeno un euro senza aver applicato alla lettera i pochi, ma decisivi, consigli che vi ho mostrato nelle scorse settimane. Ma non è tutto, se anche infatti avete seguito tutto quello che vi ho suggerito, vi siete documentati, avete fatto modifiche significative al blog e tutto il resto, non è detto che possiate guadagnare con un blog.

Curare un blog per farlo diventare una vera e propria macchina da guerra, e da soldi, non è per tutti. Come tutti i lavori in proprio, spesso non vede sabati o domeniche, non vede orari e non vede nemmeno pause. Vi avevo suggerito di farvi aiutare, ricordate? Certo, ma i primi a dovervi impegnare siete voi stessi, perché a voi e solo a voi interesserà la completa riuscita del progetto.
Ma veniamo al dunque, il titolo non è fuorviante, in questo post voglio davvero spiegarvi come è possibile guadagnare con un blog di viaggi. Perché è possibile, sì. Arrivati fino a qui, dopo tutti i consigli che vi ho dato e averci lavorato per almeno un paio di anni, avrete un blog che fa poco meno di 100 mila visite al mese, ben posizionato su google per le chiavi di ricerca che volevate, in target con il vostro pubblico. Arrivati a questo terzo post sicuramente siete delle persone di punta nel vostro settore, avete una community ben avviata e che vi riconosce come uno dei leader a livello nazionale per la nicchia di riferimento, una community di viaggi in solitaria, di gruppo, di mamme che viaggiano o di viaggi low cost, poco importa. Se siete a questo punto, avrete notato da soli che c’è effettivamente margine di guadagno. Avete quindi tutte le carte in regola per avviare un’attività basata sul blog, iniziamo!

Farlo come prima attività

Ora, le cose sono due perché state iniziando ad ingranare. È il momento di fare una scelta, continuare con la vostra doppia vita, oppure fare il salto. Per circa tre anni io mi sono barcamenata tra attività in agenzia e blog. La sera dopo cena scrivevo il post per il giorno dopo (ne scrivevo uno al giorno), o quando volevo portarmi avanti con i lavori ne scrivevo 4 o 5 la domenica pomeriggio e poi pubblicavo tutte le mattine alle 8, prima di entrare in ufficio. Allora, vi parlo del 2008, i social non erano così importanti, condividevo solo su twitter e leggevo i tweet a sera, il passaparola si faceva con friendfeed o con i feed rss. Oggi è decisamente più facile condividere le informazioni sui social, ma è anche facile perderle, dimenticarle, buttarle là senza senso, per questo motivo vi ho detto di dare più importanza al contenuto e alla SEO e meno ai social.
Dicevamo, siete ad un bivio, continuare a fare le trottole con mezzo weekend in Puglia e mezzo a casa preparando i post e uscendo con gli amici di sempre o spiccare il volo? Io scelsi di fare il salto, senza rete ne paracadute. Spesso mi è capitato però di dire che tornassi indietro non so se lo rifarei. Beata gioventù, mi viene ora da dire. Se volete che questa attività diventi la vostra prima, magari non l’unica, ma la prima, dovete scegliere. Se deciderete di buttarvi, sappiate che per forza di cosa la faccenda si farà seria, molto più di quello che immaginate.

Un blog è una vetrina

Quante volte avete sentito questa frase? Se siete in cerca di validi consigli per sfondare con il vostro blog, probabilmente tante. Il blog non porta tanti soldi direttamente, ma ne porta tanti indirettamente. Avere un blog, con tutte le specifiche di cui abbiamo parlato sopra, significa avere una potenziale macchina da guerra. Online voi siete il vostro blog, la sua presenza è la vostra presenza, il suo logo è la vostra faccia e quello che scrivete è quello che dite. Farlo crescere significa crescere insieme a lui, quindi ottenere visibilità e lavori.
Il blog porta soldi direttamente solo con le pubblicità e gli annunci sponsorizzati, e questo è un dato di fatto. Se non volete mettere google adsense è una scelta vostra, ma non raccontatevi/mi la storia del blog “pulito” e del rispetto per i lettori perché una come me capisce benissimo se avete venduto un solo spazio pubblicitario, un solo link o avete fatto anche solo una volta un tour sponsorizzato, allora non è la stessa cosa?

Il mio personale consiglio è di mettere gli adsense, danno l’idea di un blog professionale e se non saranno invasivi ai lettori non daranno fastidio. Altra cosa sono i post sponsorizzati e i link a pagamento.

Se vi siete informati come vi dicevo sui link follow e no follow, avrete ormai fatto la vostra scelta, ma per i post a pagamento dovrete fare uno sforzo in più. Non c’è niente di male a fare un post sponsorizzato. Se fate 60, 80 o 100mila visite al mese troverete senza dubbio chi ve lo pagherà e anche bene – non andate al ribasso, alzate il prezzo, loro sanno quanto vale, siete voi che non lo sapete. Non c’è niente di male ne a mettere la pubblicità sul blog ne a fare post sponsorizzati, in Italia siamo troppo moralisti su queste cose, all’estero i blogger hanno imparato da tempo come guadagnare su queste attività. Non vi fate fregare da chi dice che lo fa per hobby, quelli sono i peggiori che appena possono, sotto sotto, chiedono soldi per tutto anche se sono assunti a tempo indeterminato nell’ufficio del Comune. Non esagerate comunque, scegliete i vostri clienti. Se avete un blog di viaggi mi pare inutile che accettiate un link sui prodotti per capelli per 10€ o peggio ancora per i prodotti gratis. Anche in questo caso il lettore vi osserva e sa quello che fate, sempre. Non svendetevi e soprattutto, non elemosinate post/link ne viaggi.

blank

Aprire partita iva o una società

Parlando di soldi è normale parlare di come potete “mettervi in regola”. Vi ricordo che il limite annuo, attualmente in Italia, per le ritenute d’acconto è di 5.000€. Se prevedete di incassare di più, correte subito ai ripari e organizzatevi con le partite iva, magari con i minimi se ci rientrate ancora, o addirittura aprendo una società se avete altre attività legate a questa prima professione. La partita iva è la svolta, nel bene e nel male. Non solo perché vi imporrà di cercare lavori, quindi di dedicarvi sì al blog, ma anche a tutte quelle attività parallele che ne conseguono, ma è la svolta anche perché sarà il termine di paragone da cui potrete capire di aver fatto una scelta più o meno azzeccata. Se in un anno raggiungete i 10 mila euro, forse a conti fatti vi conveniva rimane dipendenti o cercarvi un lavoro, se non l’avevate prima, se arrivate a toccare i 30 mila (con regime dei minimi) allora state facendo un ottimo lavoro.
Aprire la partita iva vi offrirà l’occasione di spingere sull’acceleratore, di organizzare il vostro tempo, di prendere lavori, scrivere di più, ma nello stesso tempo la partita iva vi imporrà di guadagnare e quindi di dedicare il vostro tempo ai progetti più remunerativi. Non scriverete quasi più solo “per il gusto di scrivere” perché le vostre prime attività saranno orientate al guadagno. Quanto mi porta questa attività (tasse escluse)? Mi conviene scrivere questo post oppure meglio questo perché potrebbe portarmi visibilità? Qui potreste compiere degli errori, potreste finire con lo snaturare la natura del vostro blog e chissà potreste anche pentirvi alla fine di aver fatto questa scelta. A questa opzione, ci avevate mai pensato?

Essere presi seriamente da Enti del Turismo

Se avete un’attività in proprio, non siete più legati alla scrivania e state facendo un buon lavoro, i primi ad accorgersene saranno gli Enti del Turismo. Non sto parlando di semplici blog tour, che non sono da disdegnare eh, ma parlo di viaggi stampa con gli Enti, magari insieme ai giornalisti e alle più note testate italiane. Ecco, quando vi sederete al tavolo con Espresso e Repubblica vorrà dire che state andando nella direzione giusta. Essere riconosciuti da chi promuove una destinazione come voce online di una nicchia o un intero settore, è un buon traguardo. Non sentitevi arrivati però, raramente questi viaggi vengono pagati, anzi diciamocelo, mai 🙂 Questi viaggi sono l’occasione per esplorare un territorio sì, per conoscere persone e come sempre imparare da loro, ma niente di più.
Dei blog tour in questo post non ne parlo volutamente e badate bene che nomino i viaggi stampa, ben diversi dai blog trip a cui tutti, anche chi ha un blog da 2 mesi ormai viene invitato. I blog tour sono nati con un intento lodevole e all’inizio erano davvero un metro di paragone per giudicare il lavoro e la preparazione di un blogger, ma ormai non più. Oggi i blog tour sono stati soppiantati da progetti di comunicazione di influencer marketing.

Facciamo un esempio

Torniamo a noi, per portare la cosa sul piano concreto e capire come si guadagna con un blog, forse è meglio fare qualche esempio, che ne dite? Se il blog ci porta la maggior parte dei guadagni in modo indiretto, e i viaggi con gli Enti ci portano contatti, da dove prendo i soldi? Quando mi sono messa in proprio avevo un solo cliente e nemmeno certo all’inizio, piano piano ho iniziato a capire come cercarli e come tenerli.
Tra questi attualmente ci sono due strutture turistiche per cui curo i social annualmente e diverse testate per cui scrivo a pagamento. Farvi una case history di attività in corso è difficile sinceramente, ma posso dirvi che ogni singola attività che svolgo viene retribuita, in questo modo guadagno direttamente dal mio blog.
In sostanza, ricapitolando. Se non avessi aperto il mio blog nel 2008 oggigiorno non avrei una vetrina, se non l’avessi accudito, fatto funzionare, fatto lavorare e non avessi fatto sì che la gente lo conoscesse e scegliesse in mezzo a tanti, ora non lavorerei. Le persone che mi danno dei soldi per scrivere sul mio o sul loro blog, lo fanno perché riconoscono in me un punto di riferimento di un settore, in questo caso il travel. Il blog rimane ancora oggi per me importantissimo, anche se non mi permette un guadagno diretto a cifre astronomiche, ma lo è perché mi da quella visibilità che mi serve per lavorare a progetti più concreti.
Diversi magazine online con cui collaboro mi hanno scelta per lo stesso motivo e perché la mia presenza nel progetto è un valore aggiunto per loro, tanto da essere ben retribuita. Due esempi fra tutti sono Groupon con cui collaboro attualmente da un anno e mezzo e il blog di Nestlè con cui collaboro da inizio anno. Altre ancora sono le attività spot, come quella di Donnavventura per Alviero Martini Prima Classe. Dirvi le cifre che percepisco per i pezzi e i lavori, non mi sembrerebbe giusto, ma posso dirvi che queste attività sono ben pagate. Questi sono solo alcuni degli esempi di lavoro, ma per vivere bene e raggiungere la soglia dei minimi annualmente, tanti altri sono quelli che svolgo ogni giorno.

Siete ancora curiosi? Volete sapere cosa faccio oltre alla blogger? Leggete il post su Come si diventa Social Advisor.

Articoli correlati: