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Quello che ho capito dell'amore a 30 anni è che non è come l'amore dei 20 anni. Quello che ho capito a 30 anni è che l'amore che non si cerca, arriva. L'amore a 20 anni è un amore cercato, sperato, sognato. A 30 anni si perdono le illusioni per un amore romantico, si vive di concretezze, di vita reale e di "ogni giorno". A 30 anni ci si conosce. Si conoscono i propri limiti i perché delle debolezze e vorremmo che le relazioni precedenti fossero solo insegnamenti...che però non sono. Non impariamo mai, non smussiamo gli angoli se non piano piano, lentamente, come un lavoro che ogni giorno deve riniziare da capo. Un lavoro con se stessi. E cosa c'entra tutto questo con l'amore per l'altro? C'entra, perché l'amore a 30 parte da noi stessi. Amiamo l'altro solo se amiamo noi stessi, anche se vuol dire addolcire il proprio carattere.

[Premessa veloce. Io non ho mai capito di chi è questo testo ma mi è sempre piaciuto da morire e mi piace così tanto che lo riporto anche sul mio blog. Perché l'inverno è davvero la stagione dell'amore *-*]

Sento spesso dire che viaggiare è un'esigenza, per me è stato spesso una fuga. Viaggio costantemente (e quando dico costantemente parlo di 3 weekend al mese, chiedetelo alle amiche) dal novembre 2009. Tutto è iniziato là. No, non c'è stato qualcosa di meravigliosamente bello che mi ha fatto amare il viaggio, era un'esigenza, scappavo dalla mia realtà. Non volevo pensare, quindi giravo, gironzolavo, mi buttavo. Non perdevo occasione per fare un weekend fuori o se non avevo un weekend anche solo un giorno bastava, l'inizio della settimana in ufficio diventava più facile, la mia testa pesava di meno.

Finito il Carnevale a Venezia ora posso iniziare a rilassarmi. Il viaggio a Venezia non è iniziato nel migliore dei modi grazie a Trenitalia (come sempre) che mi ha permesso di raggiungere il Veneto in 6 comode ore, partendo da Rimini direi che è un pochino tanto. Arrivata ho dovuto raggiungere il b&b con wifi a Venezia e in circostanze normali sarebbe stato facilissimo, ma c'era il Carnevale, tragedia, e io avevo l'HTC completamente scarico.

Questa notte ho sognato uno di quei posti bellissimi dove ti fanno nuotare in mezzo all'Oceano, faceva caldo, c'era il sole e stavo bene. Ma mentre io nuotavo tra tartarughe e delfini l'ex voleva affogarmi :) Così questa mattina ho deciso di scriverci un post, complici un paio di consigli sbagliati e un'insana voglia di scrivere cazzate ho deciso di sfornare i 5 step da compiere per cui, per me, è possibile dimenticare un ex.

Questa mattina parto per il TBE (se ancora non sai cos'è il TBE lascia perdere, non lo saprai mai) e il titolo e la foto di questo post non sono mica messi a caso eh.

Mi sono svegliata alle 5.15 di mattina, avevano detto che a Rimini ci sarebbe stata una tormenta durante la notte, anzi avevano parlato di blizzard, una tempesta di neve e di ghiaccio. Così la prima cosa che ho fatto è stato guardare fuori dalla finestra: neve, tanta. Va bè, ma a me chi mi ferma?! Colazione, doccia, valigia, si parte per Roma.

Oggi ero in macchina e stavo guardando il tipo al semaforo di fianco a me, molto carino. Barbetta, capelli sparati, ovviamente biondo. (Tra l'altro uno studio ha decretato il semaforo come il luogo dove i colpi di fulmine avvengono più spesso, sapevate? Ovvio. Hai 50/60 secondi per adocchiare, scambiare un'occhiata e ripartire, come va va, nessuno ci perde nulla.) Divagazione a parte, il tipo al semaforo era davvero molto carino, poi però guardando bene mi sono accorta che nel finestrino dietro aveva una di quelle tendine parasole per bambini, con Cars o Barbie ora non ricordo, ma l'aveva. Il verde è scattato e io non c'ho più pensato, sicuramente aveva un bambino...da qualche parte.

Anche quest'anno è arrivato il 31 dicembre e anche se a nessuno fregherà di questo post sento di doverlo fare per me. L'intenzione era quella di far finta di nulla, passare oltre come se effettivamente oggi non fosse l'ultimo giorno dei 365 passati. Invece se mi fermo a pensare alle cose fatte (e non fatte) più di due parole andrebbero spese.

Rileggendo il post che ho fatto esattamente un anno fa posso riconfermare abbondantemente i ringraziamenti. Ringraziamenti poi per cosa direte? Mica sei al Grande Fratello o sei il regista di un film che ritira l'Oscar. Sì ok, non lo sono, ma la mia vita la vivo tutti i giorni in prima persona e spesso non sono sola. La faccio io, ma la fanno anche le persone con cui scelgo di condividerla e allora voglio ringraziarli per quello che mi hanno dato, passato, prestato e donato.

Lo so, non si chiedono i regali, ma questo non è impegnativo, non costa soldi, ma è una cosa che sicuramente mi renderà felice. Siccome è il mio compleanno oggi e siccome non posso chiedervi di farmi un regalo, vi chiedo solo di sorridere.

Così, senza motivo, se vi capita in giornata di sorridere a qualcuno, moglie, amico, sconosciuto, ecco, pensatemi per un momento e questo sarà il regalo migliore per me. Una parte del vostro sorriso di certo renderà migliore anche la mia giornata. Che a pensarci bene poi questo è un regalo più pretenzioso di un oggetto costoso, ma so che me lo potete fare.

Un anno è passato e se ripenso a marzo e aprile credevo che quest'anno non sarebbe mai finito. Se è stato un anno pessimo dal punto di vista personale, diciamo pure sentimentale, non lo è stato per nulla dal lato lavorativo. Tante nuove amicizie, incontri e lavori che mi hanno dato soddisfazione e carica.