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Dopo diversi mesi torno a scrivere della Polinesia Francese. Il viaggio non è stato facile (come?!?! vi starete chiedendo voi – sì, è come ho detto), ma tante cose di quel viaggio mi sono servite da insegnamento e anche se alcune cose della cultura polinesiana non le ho comprese a pieno, i tatuaggi mi hanno colpita incredibilmente. 
Parto subito con il dire che in Polinesia Francese i tatuaggi rappresentano molto di più di quello che possiamo credere. Io stessa non sapevo, prima di vedere con i miei occhi e sentire con le mie orecchie l’antica storia di quest’arte polinesiana. Se in Italia ormai farsi un tatuaggio è una moda o un modo per essere diversi (anche se ormai è più diverso non averne!) in Polinesia si pensa che l’arte del tattoo abbia un’origine divina (!!!).
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Nell’antichità i tatuatori battevano con un bastoncino di legno sulla punta che stava incidendo la pelle. Un’arte tradizionale quanto incredibilmente antica, tanto che ancora oggi la parola tatuaggio si dice Tatau, che significa appunto battere, picchiettare. Fino a non molti anni fa, ci raccontò un noto tatuatore di Tahiti, ci si tatuava ancora così, con il legno, ma recentemente le leggi hanno proibito la tecnica più che altro per motivi di igiene e i tatuatori sono stati costretti ad aprire studi e ad usare un’attrezzatura più standard. 
Anticamente i tatuatori, chiamati in polinesiano Tahu’a Tatau, erano considerati quasi una sorta di stregoni e tutta la vita delle persone passava attraverso il racconto tatuato sulla propria pelle.
E`stato magnifico assistere al tatuaggio di un ragazzo polinesiano e ascoltare la spiegazione direttamente dal suo tatuatore che mi faceva vedere come un disegno indicava quasi tutta la vita del ragazzo, dai suoi figli, ai legami di parentela più stretti, dalle sue passioni alla sua nascita.
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Un paragrafo a parte, ma anche di più, andrebbe dedicato ai disegni polinesiani. Forme geometriche, curvilinee e concentriche, spirali, linee rette e punti, ma anche il sole e le stelle. La natura è un richiamo importante nei disegni in Polinesia Francese, non solo nei tatuaggi, anche nelle case, nelle insegne o nei vestiti. Un popolo che vive a così stretto contatto con Madre Terra, ha sempre bisogno che questa viva in armonia con la popolazione e omaggiarla in questo modo, è anche segno di profondo rispetto.
Nella società tutti i ragazzi iniziano la propria vita adulta con un tatuaggio. I ragazzi abbelliscono il proprio corpo con scene di vita comune o con la propria storia e i racconti delle proprie passioni, mentre per le ragazze i tatuaggi sono più delicati, colorati e sono una sorta di invito alla scoperta della propria femminilità.
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La mia esperienza in Polinesia

Entrare in uno studio in Polinesia Francese mi ha letteralmente colpita perché dopo aver sentito questa storia così profonda e così reale, ho capito quanto una cultura possa essere viva ancora oggi, nonostante il tempo e la società che cambia. Una cultura può vivere ed essere attuale con gli strumenti moderni e comunque regalare emozioni a chi le sa cogliere.
Lì per lì, mi era venuta un’immensa voglia di farmi tatuare, ma l’appuntamento era già stato riservato per Chiara e così mi sono limitata a guardare e a “prendere appunti”. Mi sono ripromessa che, nel mio prossimo viaggio in Polinesia, non mancherò anche io di farmi tatuare la mia storia attraverso i loro simboli e rituali e nel frattempo studio, penso ed elaboro.
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Il tatuatore generalmente non accetta disegni – altra curiosità – ma è quasi uno psicologo che ascolta tua vita ed elabora i tuoi sentimenti e pensieri e quello che vuoi tatuarti sulla pelle. Lui disegna poi per te il tatuaggio e… se alcune tue modifiche non gli vanno bene, puoi scommettere che farà comunque di testa sua!

La storia del tatuaggio in Polinesia

L’arte del tatuaggio è stata creata da due figli del dio Ta’aroa, Mata Mata Arahu e Tu Ra’i Po, che in seguito diventò il protettore delle arti. Le due divinità facevano parte di un gruppo di artigiani che comprendeva Taere, di grande abilità, Hina Ere Ere Manua, la luce sottomessa dal carattere impetuoso, la figlia più anziana del primo uomo, Ti’i, e della prima donna, Hina.
Durante la maturità Hina Ere Ere Manua cambiò nome in Pahio e fu rinchiusa dalla mamma per preservare la sua verginità. I due fratelli Mata Mata Arahu e Tu Ra’i Po decisero di sedurla tatuandosi con un motivo chiamato Tao.
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Maro Mata Arahu e Tu Ra’i Po e riuscirono a incuriosirla a tal punto che Hina riuscì a fuggire dal posto in cui era rinchiusa, presa dalla irrefrenabile voglia di farsi tatuare.
Così nacque l’arte del tatuaggio, all’inizio praticata solo dai figli di Ta’aroa, la più importante divinità tahitiana, che si decisero a tramandarla agli esseri umani. Così Mata Mata Arahu e Tu Ra’i Po divennero gli dei del tatuaggio.
Gli artisti polinesiani prima di iniziare la cerimonia dei tatuaggi, invocano le due divinità affinché tutto vada bene e, in particolare, i disegni riescano bene. Ancora oggi i tatuatori custodiscono i ritratti delle due divinità all’interno dei loro laboratori.

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