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Post provocatorio, polemico e per nulla facile, se non sei pronto a leggere, non ti conviene continuare.

L’idea, o meglio, la stizza, mi è venuta leggendo l’ennesimo post su blogger e blogstar che ormai non se ne può più di sentire in giro. Di certo è che la rete non è più quella di una volta.
Ma allora come si diventa blogger oggi? Basta contare le visite mensili del blog, basta ricevere un assegno google o solo scrivere con regolarità?! La “categoria” blogger non è affatto regolamentata, non ci sono limiti, ne ci sono imposizioni e sottolineo che, per chi mi conosce come travel blogger, non sto parlando solo di questo ramo preciso.
Fashion blogger che ricevono accessori o prodotti di bellezza in cambio di post, travel blogger che vengono invitati a provare strutture o che, ancora peggio, nemmeno provano strutture e servizi ma ne parlano solamente e non solo, mamme blogger, foodblogger e chi più ne ha più ne metta. Categorie e ramificazioni del genere senza regole, che invece secondo il mio parere potrebbero fare molto di più.
Non è un’accusa a tutta la categoria blogger la mia, ma una proposta, anche se un po’ malcelata, lo ammetto (è infatti in primis uno sfogo). Se proprio vogliamo difendere la nostra passione che per tanti si è trasformata in un lavoro, diamoci da fare, organizziamo cose fighe e chiediamo il riconoscimento di questa categoria. Tra qualche anno sarebbe bello poter dire e veder scritto, perché no, nella carta d’identità alla voce professione: “blogger”.
Personalmente io sono disposta a passare un esame (anche di Stato, come i giornalisti) o a restrizioni in campo tecnico, ad avere responsabilità e competenze dimostrabili. Capisco le vostre titubanze, del resto un blogger è una persona che scrive solo ciò che pensa, non da notizie, non è un giornalista. Sbagliato!
I blogger sono al giorno d’oggi spesso equiparati a giornalisti e lo dimostrano le recenti attività online, i premi dati a blogger e i social network, come dimenticarli? Spesso in prima linea durante le tragedie e le notizie di importanza mondiale. Sottovalutare un blogger è ormai impossibile. Allora, dico io, regolamentiamolo, mettiamolo nella condizione di rendere un servizio, trasformare la passione in un lavoro, diamogli delle dritte, delle linee guida, non troppo restrittive, data la specie, ma punti fermi da seguire.
Non solo obblighi, ma anche privilegi, per tutti, per chi dimostra di essere un vero blogger. Ad esempio muoviamoci per richiedere accrediti stampa agli eventi, alle mostre importanti, che non rimangano privilegio solo dei giornalisti. Facciamo capire di essere fonti affidabili, dato che già spesso i giornali riprendono i nostri pezzi online (come è capitato a me), imponiamogli il diritto di citare la fonte con link, se online, dato che non lo fanno mai. Insomma, diamoci un tono, perché questo momento, come non mai, è il momento ideale.
Poi per carità, se voi volete continuare a scrivere per passione, fate pure, ognuno ha il diritto di occuparsi del proprio blog come meglio crede, però poi non ci lamentiamo del fatto che, ad esempio, tutto quello che appare sul giornale viene ripreso dai blog del giorno prima e l’informazione è un disastro.
Ovviamente l’argomento è impossibile da esaurire, soprattutto in un solo post e mi piacerebbe sapere cosa ne pensate voi della rete, blogger e addetti ai lavori.
Foto di Michela Simoncini

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