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Mi rendo conto che il mio post non è per nulla nuovo, anzi. Prima o poi tutti quelli che si mettono in proprio e fanno un lavoro, come dire, creativo, incappano in questo discorso e in queste domande.
Negli ultimi mesi mi sono sentita una trottola, scarrozzata a destra e a manca in giro per l’Europa e per il Mondo tra viaggi stampa e blogtour e mi sono posta alcune domande. Spesso e volentieri mi sono data anche delle valide risposte eh 🙂
Una valutazione che ho fatto e che voglio riportare e far notare è l’immensa differenza tra viaggio stampa e blogtour entrambi visti dal punto di vista di una blogger.
Un blogtour è una corsa contro il tempo. Bisogna fare 8 attività (minimo) al giorno, mangiare ogni cosa tipica, vedere ogni località, anche insignificante nel raggio di 30km, non stare mai fermi e arrivare a notte fonda svenendo sul letto. Non ci sono tempi morti, mai, non si sta un attimo fermi e quando lo si fa si parla di continuo. I blogtour di solito sono affollatissimi, 8/10 blogger che devono fotografare, immortalare, twittare e condividere. Il tutto ovviamente non è affatto pagato, quasi mai, a meno che tu non faccia delle richieste precise e non dimostri di poter fare qualcosa in più.
Per fare l’esempio ci sono ancora blogtour in cui non viene pagato nemmeno il trasporto dei blogger. Come se dovessi fare il favore alla destinazione o all’Ente di arrivare fin da loro per testimoniare la bellezza della loro terra. Stiamo scherzando?!
Un viaggio stampa è una cosa rilassatissima. C’è tempo per tutto, ci sono tempi morti per girare da soli o fare le attività che più piacciono per scrivere per domandare da soli, gironzolare per le strutture o mettersi alla prova nelle attività. Come se fossimo turisti come se fossimo effettivamente lì per testimoniare e testare e non per vivere tutto in modo programmato. Non c’è live da fare a meno che non ti abbiano chiamato a posto.
La sera non si arriva stanchi morti in hotel e anzi, volendo, si possono anche fare dei lavori arretrati. I giornalisti in questo caso non sono pagati, e perché dovrebbero, del resto non stanno prendendo dei giorni di ferie, la loro redazione li paga comunque anche se stanno in quell’angolo di paradiso a mangiare, fare foto e scrivere. I blogger anche in questo caso non vengono pagati da nessuno, a meno che (come sopra) non siano abbastanza bravi o facciano richieste specifiche. E`vero d’altra parte invece che il lavoro che faccio io live per una destinazione non è pari a quello che potrebbero fare 10 giornalisti di Repubblica (ovviamente si parla solo di live). Se sai di valere non puoi pretendere di meno.
Detto questo un paio di considerazioni mi vengono spontanee. Online siamo tutti bravi a dire, il lavoro va pagato, la creatività va pagata. Ma poi giorno dopo giorno mi vengo a trovare in situazioni in cui di pagare qualcosa se ne sta ben lontani. Soprattutto qualcosa che altre persone potrebbero fare senza farti spendere un euro, ma poi non venitemi a parlare di qualità. Ma qui torniamo al discorso di qualche post fa.
I blogtour ormai sono pane quotidiano di destinazioni e strutture e non è non pagando i blogger e chiamandone a dozzine che vi distinguerete online, ma è pagandone 3 per la loro professinalità, trasparenza e posizione che farete la differenza nell’offrire il vostro prodotto. Comunque sia, come in ogni categoria che si rispetti, se i prezzi vanno al ribasso (in questo caso pari a zero) la qualità tenderà a rimanere bassa. Come dice sempre mio padre “chi più spende meno spende” e io ne sono sempre più convinta, soprattutto se si fa un discorso di qualità e non di quantità.
Detto questo devo ringraziare le persone con cui ho collaborato fino ad oggi che mi hanno fatto dire “questa è gente seria”, mentre devo ancora una volta, far presente a tutti i blogger (travel o meno) e ai committenti che la qualità, per fortuna, si paga ancora e esiste, anche online.

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