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Dopo tre giorni immersi in un’altra atmosfera, il terzo risveglio di Mauritius è stato durissimo. La sveglia ha suonato alle 7, ma mi sono riaddormentata fino alle 8.30, del resto la sera prima avevo fatto quasi le 4, ero scusata vero? Mi sono alzata con un occhio ancora chiuso, fatto velocemente le valige e di corsa andata a fare colazione con frutta e crepes. Il caffè lungo mauritiano non mi ha svegliato affatto.
Oggi il programma prevedeva la visita alla capitale di Mauritius, Port Louis. Siamo arrivati all’ora di pranzo tra una cosa e l’altra, anche perché prima siamo andati a vedere la cittadella, fatta costruire dagli inglesi che temevano gli attacchi dei francesi e che oggi trova all’interno un centro commerciale.
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Durante il tragitto la nostra guida ci ha raccontato un po’ la storia di Mauritius e anche del suo famoso dodo. La storia di Mauritius è parecchio lunga e travagliata anche perché su quest’isola sono passate tantissime civiltà, dai francesi, agli olandesi fino anche agli olandesi, che sono tra l’altro il motivo per cui i dodo… si sono poi “estinti”.

Gli olandesi appunto, arrivarono sull’Isola quando ancora qui non c’era nulla, si trovavano solo questi strani animali, i dodo. Il nome venne dato dagli olandesi, dodo era in realtà l’animale conosciuto come Raphus cucullatus, che gli olandesi chiamavano dodo, stupido. Stupido perché era un animale che si faceva avvicinare facilmente, tanto che veniva mangiato.

Il dodo non si è estinto, semplicemente è… terminato! Gli olandesi mangiavano il dodo e questo, che produceva un solo uovo all’anno, non ha avuto la possibilità di riprodursi. Così dal 1681 non si è mai più visto un dodo sull’isola di Mauritius.
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Il mercato di Port Louis

Port Louis mi è sembrata una cittadina abbastanza caotica, colorata e piena di gente, soprattutto nella zona vicino al mercato – e te credo! Nella capitale siamo andati a visitare il mercato coperto della frutta e della verdura e il mercato della carne e del pesce.
Vi risparmio le foto fatte al mercato della carne con polli, anche vivi, pronti per essere uccisi, con teste di capra sui banchetti e frattaglie di ogni tipo. Il pesce non era tantissimo ma anche perché noi siamo arrivati intorno alle 12, mentre la frutta e la verdura erano abbondanti e abbondantemente colorate. Addirittura qui si trovavano da una parte all’altra delle corsie persone che vendevano la medesima cosa e che urlavano di continuo il proprio prezzo, di volta in volta scendendo o aumentando di qualche rupia, pe poi tornare al prezzo originario 😀
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Visita all’Ente del Turismo di Mauritius

I mercati sono pieni di persone gentilissime, i mauritiani in generale sono persone davvero cortesi, anche nella mischia del mercato dove potrebbero “tampinarti” come ad esempio fanno in Egitto chiedendoti, e insistendo, nel comprare qualsiasi cosa. Inoltre qui hanno sempre un sorriso per tutti, una parola gentile per invitarti al loro banchetto e se non vuoi andare bè, pazienza.
Dopo il giro al mercato siamo andati a un appuntamento importante, quello con l’Ente del Turismo di Mauritius. Abbiamo cenato con i responsabili dell’Ente, abbiamo visitato gli uffici e fatto amicizia. Abbiamo anche fatto qualche foto davvero simpatica, ma vi limiterò a mettere solo questa 😀
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Casa Creola: Eureka

Usciti dagli uffici di Mauritius abbiamo ripreso il nostro pulmino in direzione Eureka, una delle 5 case creole visitabili a Mauritius. La prima l’avevamo fatta ieri a Château Di Labourdonnais, nel nord dell’isola e oggi abbiamo visto Eureka, a mio avviso tenuta un pochino meglio e con un costo di ingresso di soli 5€ circa.
Durante la visita siamo stati accompagnati da una donnona che ci ha raccontato per filo e per segno quello che era successo in quella casa, quante persone ci avevano vissuto e cosa rappresentavano gli oggetti che si trovavano all’interno. Un piccolo itinerario utile anche a capire la vita del luogo di qualche, ormai parecchi, anni fa.
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Cenni storici di Mauritius

Andando verso Eureka, la nostra guida ha ripreso il discorso sulla storia e le varie dominazioni che hanno susseguito quella degli olandesi nell’isola di Mauritius.
Oltre alla canna da zucchero, portata dagli olandesi, vennero anche portati sempre dagli stessi i macachi. Oggi se ne trovano nella foresta circa 60 mila, un numero enorme che purtroppo sta portando alla distruzione delle foreste. Oltre ai macachi anche cinghiali e i cervi, importati sempre dagli olandesi. Dopo la dominazione degli olandesi, nel 1810 arrivano gli inglesi che dominano l’isola fino al  1810, quando il 27 novembre vengono presi dai francesi alla sprovvista che li portano ad arrendersi.

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Dopo la seconda guerra mondiale, precisamente il 12 marzo 1968 si festeggia l’indipendenza. Viene inoltre costituita la bandiera di Mauritius, blu per il mare, giallo sole, il verde per la natura e il rosso per i lychee. La bandiera ha inoltre un altro significato più profondo che simboleggia l’apertura dell’isola verso qualsiasi altra religione o popolazione che a Mauritius arrivò dopo l’indipendenza dato che la nuova politica era quella di incentivare le persone di buona volontà a ricostruire, letteralmente il paese. Il colore rosso rappresenta quindi gli indù, il blu i cristiani, il giallo i tamil e il verde i musulmani.

La repubblica mauritiana viene creata il 12 marzo 1992.

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L’ultima foto non c’entra poi così tanto ne con la storia dell’isola ne con le attività che abbiamo fatto oggi nello specifico, ma il rum è decisamente la bevanda di Mauritius, oltre al te ovviamente e ovunque andiamo ce ne propongono di diversi.
Come fare a dire di no? Come fare a rifiutare? Noi al momento apprezziamo e voi, volete favorire? 😀

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