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  >  Food   >  Quanto conta il cibo per il benessere del pianeta, qualche considerazione
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Il modo di viaggiare cambia tantissimo con l’età, ve ne siete mai accorti? Da piccola (dai primi viaggi fatti da sola, per intenderci dai 17, 18 anni ai 23) quello che mi interessava di più vedere quando andavo in un altro Paese erano le mostre. Musei, eventi, mostre di arte contemporanea o classica. Tutto quello che si poteva consultare, vedere, ascoltare attraverso una cuffia, tutto quello che era storia, a me interessava. Viaggiavo per scoprire l’arte, in ogni sua forma.

Poi è arrivato il tempo in cui viaggiavo per divertirmi, per scoprire le culture ma soprattutto le persone, per chiacchierare, per perdermi nei fumi della notte con amici e amiche. Il viaggio era scoperta di sensi, era musica, festival indie in tutta Europa, lingue sconosciute che si mischiavano al sapore di una birra belga prima di fermarsi a dormire in una tenda accampata poco lontano.

Infine, e questa è l’età che più mi rappresenta, almeno al momento, è arrivato il turno del viaggio anche come scoperta culinaria. Dal cibo passa tutta la cultura di un Paese se ci pensiamo. Dalla pasta fatta in casa passano le zdore romagnole e dagli spettacolari campi di riso in Cina passano famiglia, storia e soprattutto gusto che viene tramandati negli anni, da chi qui vive e cresce.

Perché sto raccontando queste cose? Perché se è vero che da sempre il cibo, in tutte le sue forme e in tutte le sue modalità di consumo, influisce sulla nostra vita, oggi come non mai il cibo influisce sul benessere del nostro corpo e del mondo (oltre che del modo) in cui viviamo. Sembra una cosa così facile da capire vero? Eppure… eppure ci sono ancora tantissime persone che non sanno cosa sta accadendo nel mondo e che non prendono in considerazione davvero che un altro modo di consumare e assimilare il cibo, è possibile.

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La mostra di Parma voluta da Fondazione Barilla e National Geographic

Recentemente sono stata a Parma dove si è tenuta una mostra dal titolo “Noi, il cibo, il nostro pianeta: alimentiamo un futuro sostenibile”. La mostra, in parte fotografica con il contributo di National Geographic e in parte interattiva, e aperta alle scuole, vuole portare all’attenzione il concetto di sostenibilità in tutte le sue forme. L’unico modo che abbiamo oggi per contrastare quella che è una vera e propria emergenza climatica globale, sta nel fare buona informazione, nell’aumentare la consapevolezza dell’emergenza e contribuire attivamente.

Tutte le fotografie di questo articolo sono state scattate a Parma in occasione dell’inaugurazione della mostra l’11 gennaio 2020. La mostra è aperta 7 giorni su 7 presso la Galleria San Ludovico, Borgo del Parmigianino, 2 e i Portici del Grano, piazza G. Garibaldi.

Fame vs Obesità

Sapevi che per ogni persona malnutrita nel mondo ce ne sono due che sono obese o sovrappeso?

Quello che accade ogni giorno è che produciamo abbastanza cibo per l’umanità intera, ma la fame nel mondo è ancora un problema e ci sono oltre 821 milioni di persone che soffrono per la mancanza di cibo. Dall’altra parte del pianeta, 2.1 miliardi di persone soffrono di obesità o sono in sovrappeso.

Cosa si può fare davvero per risolvere questo problema?
Sicuramente si possono migliorare le politiche agricole, agroindustriali e commerciali per garantire un accesso al cibo più equilibrato. Ripensare nella sua complessità la coltivazione, ma anche favorire le condizioni di equità per incentivare gli investimenti e incrementare le opportunità di accesso al cibo. Infine promuovere stili che favoriscano una migliore sostenibilità alimentare e investire sull’educazione alimentare anche nei paesi in via di sviluppo. Un aumento dell’accesso all’educazione primaria del 100% può migliorare del 20-24% la sicurezza alimentare.

Cibo vs Carburante

Sapevi che un terzo del raccolto di cereali viene utilizzato per dare da mangiare agli animali o per produrre i biocarburanti, nonostante il problema della fame e della malnutrizione?

Il 40% delle risorse mondiali di cereali è utilizzato per sostenere allevamenti e carburanti. Un grande paradosso vero? Fare scelte responsabili nella nostra vita quotidiana è il primo passo per interrogarci sul tema della sostenibilità.

Che cosa significa sostenibilità? È la capacità di mantenere nel futuro i processi ecologici che avvengono all’interno di un ecosistema. Proprio per questo, sostenibilità significa responsabilità verso le nuove generazioni.

Tra le soluzioni da adottare, sicuramente conservare e proteggere le risorse naturali, proporre e sostenere un tipo di agricoltura che migliori l’equità e la qualità del benessere sociale nelle zone rurali.

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Spreco vs Fame

Sapevi che ogni giorno, dal campo alla tavola, vengono sprecati 1.3 miliardi di tonnellate di cibo commestibile, quattro volte la quantità necessaria a sfamare gli oltre 820 milioni di persone malnutrite in tutto il mondo.

Ogni anno sprechiamo un terzo della produzione mondiale di cibo durante tutta la filiera.

Lo spreco alimentare è sicuramente un problema economico ma anche un problema morale, infine dunque un problema ambientale, perché decomponendosi rilascia gas metano, un gas serra 20 volte più potente dell’anidride carbonica.

La soluzione è senza dubbio, quella di dare priorità a politiche volte a ridurre lo spreco di alimenti, infine avviare iniziative di sensibilizzazione, anche da parte dei professionisti del settore alimentare.

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La doppia piramide alimentare

Tra le tante iniziative e ricerche di Fondazione BCFN, quella che più mi ha lasciato a bocca aperta, è quella della doppia piramide alimentare che nasce dallo studio e dall’evoluzione della piramide alimentare, su cui si basa la dieta mediterranea.

Questa piramide, che non è solo alimentare ma è anche ambientale, dimostra una strettissima relazione tra due aspetti di ogni alimento: il valore nutrizionale e l’impatto ambientale generato nelle fasi di produzione e consumo. Quello che secondo me, nemmeno voi stendere a credere, ma non si sa perché passa molto poco come messaggio, è che: gli alimenti a minore impatto ambientale sono anche consigliati dai nutrizionisti per la nostra salute, così come gli alimenti con un’impronta ambientale alta sono da consumare con moderazione per gli effetti sulla salute.

Un numero più di tutti mi ha davvero spaventato e è che solo l’1% dei bambini tra i 6 e i 10 anni ha abitudini alimentari corrette, in linea con la piramide alimentare. Spesso la dieta dei bambini comporta un apporto calorico superiore alle loro esigenze, con un’eccessiva presenza di grassi e zuccheri, a discapito di frutta e verdura. Gli studi dimostrano che un’alimentazione equilibrata durante l’infanzia è la premessa fondamentale per una crescita armonica, che riduce la predisposizione al sovrappeso e alle malattie correlate.

La doppia piramide per i bambini suggerisce una dieta basata su alimenti di origine vegetale: cereali (soprattutto integrali, ricchi di fibra e componenti protettivi), frutta e verdura. A salire si trovano legumi, latte e derivati, uova, carni e pesce. Da limitare gli alimenti ad alto contenuto di grassi e zuccheri.

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