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  >  Destinazioni   >  Il sogno di Petra, il mio viaggio per raggiungere il Tesoro
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Chi pensa che la Giordania sia solo Petra si sbaglia di grosso. In questi giorni in Giordania ho avuto modo di vedere città degne di (più di una) nota, paesaggi meravigliosi senza tutti i turisti e i venditori che purtroppo si trovano invece nel sito di Petra. Nonostante tutto Petra ha un fascino immenso, che dire immenso è riduttivo.
L’hotel che ci accoglieva per visitare Petra si trova nella città di Wadi Musa, la città che ospita il sito di Petra. Petra non è infatti una città oggigiorno, Petra non esiste come località se non come sito storico e archeologico, ma ovviamente in tutto il mondo e anche qui, quando si dice Petra, ci si capisce subito. Dal mio hotel l’ingresso a Petra era a pochi metri, un centinaio al massimo. L’ingresso è decisamente troppo moderno, sembra l’entrata di un parco di divertimenti e a primo impatto lasci un po’ stupefatti. Appena passati oltre questa modernissima struttura però ci si ritrova tra la sabbia e i sassi del deserto. Si deve camminare circa 800 metri per arrivare al punto in cui si inizia ad addentrarsi – letteralmente – nelle rocce sedimentarie scavate da anni e anni di agenti atmosferici.
rocce
Le foto che ho visto e che credo abbiamo visto tutti, non mentono. I colori di queste rocce sono bellissimi, sono colori vivi. Il colore deriva dall’accumulo di granelli di sabbia che nel corso del tempo si sono sedimentati creando variazione di colore che vanno dall’oro al rosso vivo, dall’arancione al giallo oro. Inoltre i colori cambiano in base alla luce del giorno a cui sono esposti, non vi dico che meraviglia sono per gli occhi nell’ora del tramonto.
rocce arenarie
Durante questo percorso vi verranno incontro decine di persone, sì proprio decine. Alcuni di questi vorranno vendervi bracciali, cartoline, altre invece vorranno darvi un “taxi“, un cavallo o un mulo per arrivare fino al Tesoro. Nonostante la cosa possa sembrare romantica, io credo che il modo migliore per arrivare al Tesoro sia farlo in autonomia, prendendosi il tempo per ammirare i colori, per fare foto ma anche per godersi il momento – detto senza troppi giri di parole.
federica-petra
Non mi sono informata sul costo del trasporto ne con i muli ne con cammelli o asini, ma so che un ingresso per un giorno a Petra viene 50 dinari, due giorni 55 dinari e tre giorni 60 dinari. Tanto? Se pensate che la zona di Petra si estende per una superficie di 42km no. Non riuscirete a vedere tutto, è ovvio, ma io vi consiglio di non fermarvi al Tesoro, ma di proseguire fino almeno alle Tombe Reali e al Teatro Romano e, se siete davvero motivati fino al Monastero di Santa Caterina.
Monastero di santa caterina

Monastero di Santa Caterina

Una parentesi per il Monastero di Santa Caterina mi tocca aprirla. Il Monastero si trova in alto e per raggiungerlo bisogna fare circa 800 gradini, non facili, e 500 metri di dislivello. Ce la fanno tutti, anche persone anziane e quando volete potete prendere e tornare indietro, ma io vi avverto, non commettete l’errore di farlo sotto il sole di mezzogiorno così come abbiamo fatto noi che forse l’abbiamo un po’ sottovalutato. Vi consiglio però di arrivarci perché la vista del Monastero merita. Qui potete anche valutare l’idea di prendere un asino per arrivare fino in cima e poi tornare a piedi, anche in questo caso però non mi sono informata sui prezzi. A metà strada e a fine del percorso troverete due posti dove bere qualcosa e mangiare. Il mio consiglio è di mangiare un panino solo una volta arrivati in cima, ammirando dalle comode sedute il Monastero di Santa Caterina. Nei bar e locali sotto a mio avviso non c’è nulla di valido da mangiare.
Petra in controluce

Chi ha scolpito il Tesoro di Petra?

In mezzo alle montagne, ben nascosto e in mezzo al deserto si trova la città di Petra. La città di Petra è stata scolpita dal popolo Nabatei nel 500 a.C. circa. Arrivati a Petra si sono insediati in queste montagne e hanno iniziato a colpire il tutto quello che si trova in questo luogo magico. Inizialmente in Nabatei hanno iniziato a dare un servizio alle carovane che venivano dal Mediterraneo e dal Mar Rosso. Nasce in questo modo Petra un centro di scambio commerciale, un centro molto fiorente.
Petra

Ma i Nabatei da dove vengono?

Tante sono le teorie che vogliono che i Nabatei siano dell’una o dell’altra parte del Medio Oriente, ma la teoria più credibile è quella che vuole che i Nabatei provenissero dallo Yeman per l’agricoltura, per i terrazzamenti ma più che altro per la loro religione, per le divinità dei Nabatei che si ritrovano spesso all’interno del sito archeologico di Petra. Ma non solo della religione. Si riconduce Petra ai Nabatei anche per la loro maestrina nel governare l’acqua e la loro intelligenza. Parlando di acqua appunto, poco prima di arrivare alla gola che conduce poi al Tesoro, che è lunga circa un chilometro, troverete sulla destra la deviazione di un fiume. Il percorso che farete per arrivare fino al Tesoro infatti, era in realtà il letto di un fiume, che negli anni è stato deviato dai Nabatei sia per raccogliere meglio l’acqua, sia per non rovinare e distruggere con l’acqua e la sabbia delle rocce il Tesoro, sia per dar da bere agli animali che con le carovane arrivavano a Petra quale punto di snodo per raggiungere nuovi mercati, come abbiamo appena detto.
Cavalli Petra

Petra, fino alla storia moderna

Nel 63 a.C arrivano a Petra i Romani che lasciano l’impero dei Nabatei all’interno dell’Impero Romano. Nel 106 a.C però Nabatei iniziano a infastidire l’Impero Romano perché iniziano ad allargarsi anche al di fuori di Petra. Traiano decide quindi di fermare i Nabatei e di far diventare Petra un vero e proprio patrimonio di proprietà romana.
Nel corso della storia Petra inizia a perdere a poco a poco la sua importanza, fino al 1811. In quest’anno in Inghilterra viene ritrovato un diario di viaggio che parla di una città rosa nel deserto dell’Arabia, ma non ci sono riferimenti geografici se non tre indizi: il sito si trovava a due giorni dal Mare Puzzolente (il Mar Morto), a due giorni di cammino dal Mar Rosso e mezza giornata dal Santuario di Aronne. La spedizione parte con un solo uomo, uno svizzero, Johann Ludwig Burckhardt, che arriva in Siria e per sei mesi impara l’arabo e inizia a mimetizzarsi con le persone del popolo per non far sapere loro che stava cercando Petra, una piccola oasi nel deserto. Con la scusa di essere un pellegrino e di voler fare visita al Santuario di Aronne, dopo sei giorni di prove arriva a Petra e tornando a verso l’Europa rivela a tutti la sua scoperta.
cammelli a Petra
Johann Ludwig Burckhardt ha scritto poi anche un libro “Il mio viaggio in Giordania“, del 1828 tradotto anche in italiano, per chi volesse cimentarsi in questa lettura.

Il Tesoro – al-Khazneh

Al termine del Siq si trova il Tesoro, il nome locale è al-Khazneh. Realmente questa struttura è la tomba di un re, scolpita attorno al 10 a.C. e il 10 d.C., ma non si hanno certezze riguardo la data. La tomba è stata scolpita su una roccia arenaria, una struttura tirata fuori letteralmente dalla roccia e scolpita dall’alto verso il basso. Il posto è stato scelto dai Nabatei per costruire questa tomba perché si trova in una posizione che colpisce innanzitutto. Il secondo motivo è per  protezione. La roccia arenaria infatti con il vento e la pioggia si sgretola, la protezione della gola è necessaria per preservare una struttura di questo tipo.
asino a Petra
La struttura è alta 39 metri e larga 28, 14 metri da una parte della porta di ingresso e 14 dall’altra. Delle sei colonne che si trovano nella parte inferiore del timpano solo le quattro inferiori sono state scavate nella roccia, le due in mezzo sono state aggiunte dopo. Il secondo timpano, quello in alto è spezzato e serve all’anima ad uscire fuori senza essere imprigionato in terra.
da Santa Caterina

Petra oggi

Dal 2007 Petra è diventata una delle Sette meraviglie del Mondo Moderno.
Cosa ne dite, vi ho convinto (ancora di più) a visitare questa meraviglia?
Oltre al lato storico c’è ovviamente tutta l’emozione che si prova a vedere una bellezza di questo tipo che però, ve lo giuro, faccio fatica a descrivere a parole. Se potete, venite a vederlo con i vostri occhi e mi capirete 🙂

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