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Il titolo è fuorviante. Tenersi stretti i clienti da mamma è difficilissimo e non sempre ce l’ho fatta.
Partiamo dal principio. Sono molto fortunata, perché sono una freelance quindi posso dedicarmi al mio lavoro nel momento migliore per me e per Giulio, inoltre ho i nonni vicini che, anche se non ancora in pensione, mi danno una grande mano, infine ho un bambino che dorme molto, tutta la notte e gran parte del pomeriggio.
Facile, direte voi! Mica tanto, rispondo io.
Innanzitutto, nel 2016, l’anno della mia maternità, l’anno in cui ho preso 3 mesi di maternità perché i due mesi precedenti li avevo presi nel 2015, ho fatturato meno del precedente anno pieno. Certo, ho fatturato meno, ma comunque in linea e in media alle mensilità dell’anno precedente, quindi nulla di troppo grave.
freelance
Il problema più grande non è stato tanto il fatturato. Da mamma si hanno un sacco di spese in meno, almeno per me così è stato. Pochissimi aperitivi, perché Giulio alle 20 ogni sera dormiva e anche se esci, bè non è che stai più fino alle 2 o 3 di notte in giro come prima. Cene molte meno, si sta meglio a casa per lo stesso fatto che accennavo sopra. Vestiti all’inizio pochissimi, uno che perché dovevo rientrare nella mia taglia dopo il parto, due perché, con un bimbo chi ce l’ha il tempo di fare shopping per negozi?
Ecco che le spese quindi nel primo anno da mamma sono state davvero poche. Più cene a casa, meno aperitivi in giro, al massimo qualche colazione in più al bar perché Giulio ama passeggiare tantissimo la mattina. Ma ora veniamo al fulcro del problema.

Come sono riuscita a tenermi i clienti?

Ok, lo ammetto. Qualcuno mi ha lasciata. Ero ancora incinta e qualche cliente mi fece presente che forse, con l’arrivo del bambino, sarei stata più occupata e preferivano non farmi sprecare troppo tempo, detta in soldoni. Lì per lì non ci rimasi nemmeno troppo male, in fondo mi andava anche bene avere più tempo libero, certo è che avrei anche fatto a meno della telefonata a pochi mesi dal parto. Pazienza.
Altri potenziali clienti si sono dileguati nel momento in cui hanno saputo che ero in dolce attesa. Alcuni me lo dissero apertamente che non era cosa da mamme, altri non lo dissero, ma lo capii.
Quando si diventa mamma e si ha anche la fortuna di lavorare, perché credo sia una fortuna, e ancora più fortuna è amare quello che si fa, bisogna mettere in conto una serie di batoste incredibili.
Per fortuna c’è anche chi ha continuato a credere in me, nelle mie capacità e abilità, nella mia professionalità e nel mio riuscire a organizzare da zero la mia vita. Ecco, è per loro che ogni giorno corro, organizzo al meglio con la babysitter, faccio i turni di notte.
A volte mi sento come nel film Ma come fa a far tutto? 
Quello con Sarah Jessica Parker, se non l’avete visto, vedete subito.
Anche io probabilmente finirò a comprare le torte per l’asilo di Giulio, spolverandoci sopra dello zucchero a velo spacciandole per mie! Ah no già, per quello ho il Bimby, su qualcosa sono salva!
I Don't Know How She Does It
I Don't Know How She Does It

Trucchi che non vorrei mai dire a nessuno

  1. Lavoro spesso di sera, perché Giulio dorme molto presto, generalmente alle 21 sta già russando. Questo vuol dire solo una cosa quando ho tanto lavoro, mangiare presto, anche alle 19.30, alle 20 siamo nel letto, alle 20.30 io inizio a lavorare.
    Stessa cosa per il pomeriggio, dato che dorme dalle 3 alle 4 ore. Si pranza presto, solitamente alle 12.30 abbiamo già finito e la cucina è anche sistemata, dalle 13 alle 14 già russa e io ho quasi tutto il pomeriggio per lavorare.
  2. Non mando mail la sera, o cerco di non mandarle la sera, anche se so che sono urgenti. Non mi piace che qualche cliente veda che lavoro fino a tardi, penserebbe che forse non riesco ad organizzarmi. Preferisco preparare le mail, lasciarle in bozza e mandarle a mattina presto. Ecco, la prossima volta che ricevete una mia mail alle 7 di mattina… vi ricorderete di questo post!
  3. Ho impostato la mail di Gmail anche da smartphone, ho messo lo stesso footer e tolto il bruttino “inviato da dispositivo mobile“. Questo praticamente da subito. Non mi va che le persone mi immaginino sempre fuori casa o mai al computer. Forse è una fissazione mia, ma non mi va che si sappia da dove rispondo alle mail, che sia su un bus, la cucina, in auto o dall’estero senza Mac, poco deve importare.
  4. Lo ammetto, ho lavorato nelle situazioni più disparate. Mentre allattavo, mentre tutti dormivano nel letto, di domenica, di mattina alle 6, in vacanza o quando Giulio giocava con i nonni o i cugini.

film
Una volta una ragazza mi ha detto, vista da fuori la tua maternità sembra proprio una gran figata!
Ecco, non è esattamente una passeggiata, ma diciamo che ho imparato a organizzarmi alla perfezione e con ciò non dico che sia solo questione di organizzazione, anzi, è probabilmente questione di organizzazione, predisposizione mentale e… culo!
Ci vuole tanta pazienza, sangue freddo per non schizzare ogni volta che ci si ritrova con una montagna di lavoro arretrato e le scadenze alle porte e tanta, tantissima perseveranza.
Io non lo so se qualcuno mai riuscirà a capirle le donne che sono anche mamme (e che lavorano), non lo so davvero, sta di fatto che lavorare ed essere mamma a tempo pieno è uno dei più grandi stage della vita, per cui probabilmente nemmeno ad un Master alla Bocconi in economica si può equiparare. Io penso a questo quando sento di non potercela fare e spesso mi aiuta!

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