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  >  Destinazioni   >  10 cose che mi sono piaciute di New York
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Tornata fresca fresca da New York, sono pronta a scrivere subito i 10 motivi per cui questa città mi è piaciuta. Ne potrei trovare almeno 20, ma sarebbero poco d’aiuto a chi sta cercando di orientarsi, magari scoprendo cose nuove, su questa città. Così mi concentro sui primi 10 che mi sono rimasti impressi, a me che fino a ieri sera mi trovavo a New York.
Scrivo infatti dall’aeroporto di Dublino, nel quale ho fatto scalo con la compagnia Aer Lingus prima di tornare in Italia e precisamente a Roma, questa sera.

I parchi e il verde

New York è una città relativamente giovane, non ha la nostra storia e la nostra cultura, questo è evidente fin dal primo sguardo. Per fortuna New York non è solo grattacieli e grandi strade, ma anche tanto verde. Quando New York è stata costruita, Central Park era un semplice “campo” dove i newyorkesi portavano a pascolare il bestiame. Oggi il parco più famoso della Grande Mela è un polmone verde, una vera e propria oasi in quello che è un groviglio di strade, macchine e smog. Una passeggiata a Central Park rallegra, mette di buonumore e ogni giorno si possono scoprire posti nuovi all’interno di questo grande parco. Consiglio di vederlo tutto, o in parte, magari i primi giorni appena arrivati in città, vi servirà per sgranchirvi le gambe dopo le tante ore di volo.
Giardini New York

La metropolitana

Un sistema efficientissimo di linee, numeri e lettere. La metropolitana di New York ha quasi 500 stazioni e in soli 50 minuti si arriva fino all’aeroporto principale della città con 2.50$ (poi ci sono i 5$ per entrare in aeroporto con un altro treno, ma quello è un altro discorso). Con la metropolitana puoi andare ovunque, da Harlem e il Bronx, fino a Brooklyn e Coney Island. Non c’è angolo a Manhattan dal quale non si intraveda un’ingresso della metropolitana. Il modo migliore per girare New York è a piedi e in metropolitana. Non pensate di fare tutto a piedi perché dopo i primi due giorni vi verranno le vesciche. La metropolitana è indispensabile, soprattutto per raggiungere posti precisi o per scoprire giorno dopo giorno zone lontane della città. L’abbonamento settimanale viene 30$ e ve lo consiglio vivamente.
Metropolitana New York

La gentilezza

Appena scesa dall’aereo, un po’ smarrita e sicuramente molto stanca, sono stata aiutata a trovare la strada di “casa” da un ragazzo che mi ha vista in difficoltà. Dopo solo un’ora, stessa scena, ad Harlem questa volta. La gentilezza degli americani mi ha sorpreso notevolmente. Non so perché ma da un paese così produttivo e organizzato, mi aspettavo un individualismo e un diverso approccio all’altro, e invece sono rimasta piacevolmente colpita da questi americani generosi e anche simpatici. Una caratteristica questa che non mi aspettavo e che ritrovo in Italia giusto nei piccoli paesi, non di certo nelle grandi città. Punto decisamente a favore.
Vista su Central Park

La libertà

Potrebbe sembrare una cosa banale o scontata da dire questa della libertà, ma non è così. Non ci credevo finché non l’ho visto con i miei occhi. New York brulica di gente che sa come usare il proprio tempo. Non ci sono persone costrette, non si vedono persone infelici (anche se lavorano troppo e hanno solo una settimana di ferie all’anno). Qui le persone a me sono sembrate coscienziose. Hanno coscienza del fatto che se lavorano hanno uno stipendio, se hanno uno stipendio possono godersi la vita che vogliono loro. Parlando con qualche amico a New York, ho capito che è proprio così. Non è facile arrivarci, non è facile tenersi un posto, ma se ce l’hai, hai tutto quello che ti serve per vivere in completa libertà proprio come vuoi. La sensazione è quella che qualsiasi attività tu voglia intraprendere qui, puoi farlo.

Calorie

Gli americani sono grassi, ok dai, sono grandi. Hanno sedute nella metropolitana enormi, marciapiedi enormi e strade enormi. Tutto è grande e non solo perché hanno un po’ di manie di grandezza, ma anche perché sono oggettivamente grossi. Da qualche anno a questa parte di fianco ad ogni pasto o cibo (compresi i gelati che si comprano nei baracchini a Central Park), si possono trovare il numero delle calorie effettive per quel pasto. La cosa non mi ha stupito visto il loro stile di vita, ma mi ha anche fatto un po’ impressione. Oltre a questo, se capiterete a Central Park nel weekend noterete una massa di persone intenta a correre in modo forsennato, per la serie: ho mangiato tutta la settimana hamburger e adesso corro fino a svenire. Un popolo un po’ estremo da questo punto di vista.
pranzo a New York

L’acqua

Se non avete grossi problemi di idratazione, a New York non comprate acqua. Un po’ come i nasoni a Roma, anche New York è piena di acqua. Non per strada, ma nei musei e negli edifici. Soprattutto New York è piena di acqua quando ci si siede ad un ristorante o ad un locale, ma anche ad una caffetteria. Con il solo prezzo della consumazione, anche quello di un caffè che viene circa 1.50$ potrete avere quanta acqua vorrete. Spesso si trovano dei boccioni in fondo alla sala e spesso l’acqua è piena di ghiaccio (portate pazienza, a loro piace così), ma se andrete nei ristoranti l’acqua sarà la prima cosa che vi porteranno sul tavolo, ancor prima di ordinare. Continueranno a riempirvi il bicchiere senza chiedervelo e ovviamente non ve la faranno pagare. Bello vero? 🙂

La multiculturalità

Un tema fondamentale, quanto delicato questo della multiculturalità. A New York si parlano decine di lingue. La lingua ufficiale è l’americano, un inglese accentato e pieno di slang un po’ impegnativo. Cinese, mandarino, spagnolo, portoricano, italiano e chi più ne ha più ne metta. Ma la lingua non è tutto. Qui le persone si integrano benissimo e non è difficile vedere, come è capitato a me l’altro giorno in metropolitana, un ragazzo di colore in abbigliamento sportivo, conversare amabilmente con una ragazza con il velo. New York è tutto questo e anche di più e noi, purtroppo in Italia non abituati a questo bello scambio, spesso ci rimaniamo di stucco.
Social New York

Social

A New York ogni cosa ha un hashtag specifico. Ma non parlo di aziende come Coca Cola o Starbucks, parlo anche delle caffetterie e delle pubblicità temporanee, quelle cartellonistiche, che hanno un # già bello e pronto ad ogni pubblicazione. I social sono usati ovunque e ovunque sono segnalati. Dal banale facebook e twitter, accoppiata che si trova ovunque, ai più difficili vimeo, instagram, pinterest e anche google plus. A New York se hai la connessione puoi trovare sempre ottime offerte con Foursquare, i social sono usatissimi!
Museo immigrazione

L’occupazione

Sinceramente non so se a New York ci sia la crisi o meno, ne se ci siano meno posti di lavoro rispetto agli anni precedenti. Quello che so, è che New York è piena di persone che lavorano. Non parlo solo di negozi e centri commerciali, ma di spazzini, custodi di parchi e tanti altri. A New York esistono figure che in Italia ci sogniamo. Due esempi pratici.
Una delle prime mattine stavo camminando a Central Park, quando di fronte alla grande mappa del parco mi sono fermata a guardare. Le solite cose, il “tu sei qui”, qua c’è questo e di là si va a quest’altra attrazione. Ad un certo punto due signori mi hanno chiesto se volevo una mano. Erano due guardie del parco che giravano con le loro mappe e aiutavano i poveretti come me a capire meglio quei quasi 60 ettari di terreno. A Villa Borghese ci sono queste figure? Ci dovrebbero essere?
Altro esempio. Quello che si vede nei film è vero, quando si entra nei locali dove servono alcolici o quando (anche alla partita degli Yenkee) si chiede una birra, bisogna mostrare il passaporto o un documento identificativo. Ho visto signori di 50 anni, non proprio giovincelli quindi, sorridere e mostrare il loro documento, ma a tutti, proprio a tutti, veniva richiesto. Nei locali dove si va per una birra o un aperitivo, c’è una persona addetta al controllo già da fuori (sì esatto, proprio come nei film). Ora pensate a quante persone da occupazione questo lavoro, e a quante potrebbe darlo in Italia?

America

Sentirsi parte di un progetto

New York mi ha dato quest’impressione fin da subito. Non so se il monumento commemorativo all’11/9 mi abbia poi convinto definitivamente, ma quello che penso ora di New York è che qui ci si sente tutti parte di un progetto. Solo il fatto che i lavori sono divisi per settore, e in modo molto preciso, dando quindi alle persone l’opportunità di collaborare e cooperare insieme per un progetto comune, la dice lunga. Penso a chi pulisce la metropolitana. C’è chi pulisce i muri, chi svuota i sacchi e chi pulisce per terra. Tre persone diverse con tre mansioni diverse, una non fa per tre, ma tre persone rendono insieme un posto comune accettabile e pulito. E con questo sono 10.
Che ne dici, era il post che speravi e adesso sei già sul sito di prenotazione e vuoi partire per la Grande Mela. Rallenta un attimo e leggi anche i 5 motivi per cui non mi è piaciuta New York.

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