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  >  blog   >  La verità, vi prego, sulla gravidanza e i viaggi
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Due giorni fa sono tornata dal mio ultimo viaggio aereo in gravidanza. Venticinque viaggi in otto mesi, questo bambino non è ancora uscito dalla pancia e ha già volato molto più di una persona normale. Perché ci tengo a dire queste cose e a fare questo post? Perché sono un po’ arrabbiata e vorrei fare un po’ di chiarezza. Perché sono tante le ragazze che in questi mesi mi hanno scritto bellissimi messaggi di ammirazione, ma anche tante le persone che mi hanno scritto messaggi di preoccupazione per la loro gravidanza, perché pensavano che non potessero più volare una volta incinta… ma del resto era quello che pensavo anche io, almeno all’inizio. 
Quando ho scoperto di essere incinta ero alla fine del secondo mese di gravidanza e avevo già preso 10 voli. I restanti 15 voli li ho presi dopo, con una consapevolezza in più ma anche con un po’ più di paura, almeno per i primi mesi, lo ammetto. Quando ho comunicato a qualche persona amica che ero in dolce attesa le prime reazioni sono state quasi per tutti uguali: “e adesso con i viaggi come fai?“, “vedrai adesso come cambia…”, “quand’è che non ti faranno più salire in aereo?”, “niente viaggi per un po’ eh?!”.
Per fortuna la mia gravidanza è stata serena, non ho avuto nemmeno nausea all’inizio, mai un giramento di testa. Paradossalmente sono molto più stanca ora che sono all’ottavo mese, quasi a fine corsa che all’inizio.
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Diciamo le cose come stanno. In aereo ci si può salire fino alla 38esima settimana con certificato (le settimane di gravidanza sono 40 circa). Le precisazioni da fare sono tante e sono doverose quando si affronta un tema così delicato, ma è appunto perché ci sono che fanno la differenza.
Ogni compagnia ha un proprio limite. Ad esempio molte, come Ryanair, non fanno volare la passeggera oltre la 27esima settimana senza certificato medico. Se si vuole volare alla 30esima o alla 32esima settimana, con Ryanair (per continuare su questo esempio) è bene sapere che bisogna andare dal proprio ginecologo e richiedere esplicitamente un certificato medico in cui si dice che la mamma sta bene e può volare.
Vi raccomando e consiglio caldamente di consultare la pagina FAQ delle compagnie aeree quando state pensando di prendere un volo in gravidanza. Ogni compagnia ha delle regolamentazioni interne precise. Poi vi capiterà anche di dover portare un certificato e che nessuno ve lo guardi, ma attente perché se è necessario, ve lo chiedono e non l’avete, voi su quell’aereo non ci salite!
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Altre compagnie sono più indulgenti e fanno volare, come nel caso della Austrian Airlines, fino alla 38esima settimana, senza alcun certificato medico, ma solo con un foglio che attesta la data presunta del parto così da risalire facilmente alla settimana di gestazione della donna.
Personalmente, a meno che non si tratti di un’urgenza, non prenderei mai un volo aereo fuori dai limiti imposti delle compagnie. Se Ryanair dice 27, io alla 28 non volo. Se Austrian mi fa volare fino alla 38esima, io alla 33esima (come ho fatto la settimana scorsa), volo. Richiedere un certificato medico al proprio ginecologo è abbastanza complicato, almeno così mi ha spiegato lui. Questo perché volevo prendere un volo con una compagnia specifica (la Turkish Airlines) che imponeva un limite in cui io non rientravo e volevo farmi fare un certificato.
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Come mi spiegò il medico qualche mese fa, raramente se non per casi estremi vengono fatti questi certificati. Questo perché il ginecologo non solo assicura che la mamma e il bambino sono in ottima salute, ma si prende anche la responsabilità legale per qualsiasi cosa succeda in volo. La responsabilità ovviamente non se la prendono facilmente e io credo che sia una cosa giusta.
Vuoi volare? A tuo rischio e pericolo, ma non mettermi in mezzo.
Il ragionamento non fa una piega.
Perché racconto e scrivo tutto questo?
Perché ho passato i primi mesi di gravidanza in preda al panico. Spesso mi capitava di svegliarmi la notte e di non riuscire più a prendere sonno. Allora cercavo su Google cose come “Fino a quando si può volare in gravidanza?“, oppure “Quando può volare un bambino appena nato?” e cose così. Il limite non me l’ero posto da sola, ma dopo aver ascoltato un paio di consigli sbagliati e del terrorismo psicologico di troppo.
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Perché non bisogna ascoltare i consigli degli altri?
Ora che ci penso, la maggior parte delle persone che mi ha dato consigli sbagliati (o meglio, che si sono rivelati sbagliati per me) e che mi ha fatto venire ansie ingiustificate, di figli non ne ha nemmeno uno. Sono le donne le peggiori amiche delle donne, sono le persone che non ti conoscono bene che si sentono in maggior diritto di giudicare, soprattutto perché molte si sentono in diritto di farlo solo per la natura affine.
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Devo però sottolineare una cosa super importante. Non voglio criticare chi non se la sente di viaggiare, chi al terzo mese decide che vuole rimanere tranquilla a casa o chi ha paura dei vuoti d’aria in aereo, o ha paura di volare anche senza bambino – figuriamoci adesso. Con questo post non voglio criticare nessuno, ma solamente dire alle future mamme che se una donna è in salute, se il bambino sta bene, le analisi sono perfette e la donna vuole e se la sente, si può volare con tutta tanquillità, perché non esiste alcun pericolo in aereo che non sia anche in auto o in treno (testuali parole della mia ostetrica).
Io arrivata all’ottavo mese ho deciso di fermarmi, ora sento che è arrivato il momento di stare un po’ ferma e di aerei non ne prenderò più fino all’arrivo di Giulio.
Poi? Poi si vedrà 🙂

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