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  >  blog   >  Babywearing, cos'è e perché amo la filofosia del portare
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L’avrete senza dubbio visto fare da tantissime donne, magari anni fa non erano così tante, ma oggi è impossibile nono notarle. Mamme canguro le chiamano, anzi ci chiamano e ci chiamiamo, mamme che hanno deciso che portare è una delle più belle prove d’amore, uno dei regali più meravigliosi che si possa fare alle mamme e ai propri bambini, sì va bene anche ai babbi!

Babywearing: pratica di indossare o portare un bambino in una fascia o in altro supporto portabebè.
Lo ammetto, prima di avere un figlio io di questa storia del babywearing me ne fregavo altamente, del resto se non hai un bambino che cosa ti interessi a fare? Al massimo vedi qualche mamma matta che anche in inverno gira con un bambino sulle spalle e pensi “quella è matta!” e in effetti così pensavo. Prima.

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Babywearing in viaggio

E`vero, ad oggi non sono mai partita per uno dei miei viaggi solo con fascia o marsupio. Non sono estrema, anche se conosco persone che tranquillamente sono partite per vacanze, prendendo voli e treni, solo con la fascia lasciando il passeggino a casa, o altre persone che il passeggino non l’hanno mai nemmeno comprato. Ci sono e si può fare, non è così strano.
Io credo che una cosa non debba escludere l’altra e uso indistintamente fascia/marsupio e passeggino in base alle mie giornate e alle attività. Inizialmente usavo tantissimo l’emeibaby per tenere Giulio il più vicino possibile a me. Me ne fregavo di quelli che parlavano di vizio o mi dicevano che Giulio così sarebbe diventato furbo – mamma mia, questa è peggio del latte che dopo qualche mese diventa acqua.
Parlando di viaggi, l’emeibaby mi è stato utilissimo in ogni viaggio fatto ad oggi. Il primo, le Azzorre, a soli 4 mesi di Giulio, ricordo un paio di giorni che la carrozzina nemmeno l’abbiamo toccata, sempre e solo addosso. Ricordo con grande piacere la Danimarca e la prima volta di Giulio sulle spalle, e i danesi al bar che ci guardavano e sorridevano. Ricordo la Bretagna e ancora Venezia, ricordo le innumerevoli passeggiate a Rimini, sul mare, gli aperitivi con gli amici e Giulio che dormiva beatamente addosso a me o al babbo.
Il babywearing rimane il miglior supporto secondo me quando si è via per questi motivi:

  • non ingombra (provate a girare per Parigi e le metro che non hanno ascensore con un passeggino)
  • non pesa (il peso è distribuito sulla schiena, in braccio per tanto tempo non si può tenere)
  • tranquillizza mamma e bambino (quando siamo in un luogo che non ci è familiare, avere nostro figlio addosso ci da un senso di calma e di rilassatezza)
  • il bambino ha una prospettiva di vista diversa, viaggia con noi!

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Quali supporti ho provato?

Una bella domanda e per nulla banale.
Personalmente ho provato 4 (quattro) tipi di supporto prima di arrivare al mio emeibaby. Ho iniziato con un supporto che non era ergonomico, un marsupio dei più venduti (purtroppo) e anche dei più noti. Tempo un paio di volte addosso, zero uscite in pubblico e Giulio che in queste cose si vedeva la sapeva più lunga di me, già si era stancato. Urlava, piangeva e si disperava ogni volta che provavo a metterlo dentro.
Il secondo tentativo è stato con una fascia elastica lunga che mi era stata prestata. Provata una o due volte, ma era abbastanza difficile per me che ero alle prime armi, fare buone legature ed essere pratica in così poco tempo. Giulio ci stava anche bene (eh certo, era vicino vicino a me) ma io non mi ci trovavo, anche se con il senno di poi quella fascia era meravigliosa e forse avrei dovuto insistere – ma sarà per la prossima volta!
Il terzo supporto mi era stato prestato, e ora che che ci penso non l’ho ancora restituito, mannaggia a me, da un’amica che fu gentilissima a introdurmi in questo fantastico mondo e che non ringrazierò mai abbastanza. Il mei tai che mi prestarono, lo stesso non faceva esattamente per me. Più strutturato della fascia elastica, ma con diversi nodi e passaggi da fare, diciamo che anche in questo caso non me lo sentivo troppo.
Il quarto supporto fu quello decisivo. Un giorno andai ad un incontro nella mia zona e lì incontrai una ragazza che usava l’emeibaby, sembrava così a suo agio e anche il bambino che portava, che me ne innamorai subito. Dopo una settimana avevo il mio emeibaby e Giulio stava comodissimo al suo interno.
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Quale difficoltà ho incontrato?

Ho incontrato diverse difficoltà a dire il vero. In rete e cercando su Google si legge un po’ di tutto e credo che se non avessi avuto un gruppo su Facebook della mia zona, avrei fatto fatica a trovare il giusto supporto, anche perché l’incontro a cui andai (che vi ho raccontato sopra) mi era stato consigliato proprio in quel gruppo di Facebook.
Già in gravidanza mi ero informata e non poco su quale tipo di supporto utilizzare, modelli, colori (eh sì, anche colori) prezzi, taglie, eccetera, eccetera. Il primissimo consiglio che mi sento di dare è di non acquistare niente prima che il bambino nasca. Il babywearing non è come la carrozzina, basta che vada bene alla mamma e via, il portare è una filosofia e si è sempre in due, chi porta e chi è portato a scegliere il supporto, almeno per quanto riguarda la mia esperienza. E`vero che spesso è la mamma che decide, quando si trova bene e si sente a proprio agio, anche il bambino si sentirà bene, ma non sempre.
E`bene a mio avviso fare più prove ed è anche per questo motivo che esistono dei gruppi (benedetti social network che in questi casi ci danno un mano) in cui chiedere, postare foto per far vedere la legatura e aspettarsi un parere o un consiglio da mamme più esperte che già ci sono passate. Anche io di foto ne ho postate parecchie e ogni volta qualcuno mi diceva “quella gambina andrebbe più su” o “prova a rifarla tirando un po’ di più” e via dicendo. All’inizio non è facile e non ci si deve scoraggiare, piano piano si trova la propria strada oltre che il proprio supporto.
Nella mia zona ad esempio esiste la fascioteca, un posto virtuale, che permette a tutte le mamme di noleggiare diversi supporti, usati o nuovi. Il mio emeibaby infatti l’ho dapprima noleggiato per un mese, a 20€, ci sono andata alle Azzorre e una volta tornata a casa l’ho acquistato, scalando dal prezzo finale i 20€ iniziali. Il mio emeibaby era nuovo ed era bellissimo, io già sapevo che volevo lui, ma il fatto che ci siano posti che ti diano la possibilità di provare un prodotto così delicato per qualche tempo è meraviglioso!
babywearing babywearing-lato

Quale supporto scegliere?

Qui si apre un mondo. Come dicevo, prima di comprare qualsiasi cosa, aspettate di provarlo e fate più prove. Magari vi piacciono molto i modelli con i nodi ma poi non vi sentite sicure e preferite qualcosa di più strutturato.
L’unico consiglio che mi sento di dare, io che ci sono passata, è di non acquistare supporti non ergonomici (banalmente, ma molto banalmente si può dire che non sono ergonomici se non si riescono a mettere le gambe del bimbo a forma di M, vedete la foto sopra) supporti che consigliano di tenere i bambini fronte mondo, quindi bambini con la schiena rivolta verso la vostra pancia – vi siete mai chiesti in questo caso se i bambini dovessero addormentarsi dove potrebbero appoggiarsi? Nel vuoto? Molto meglio su di voi, meglio per loro ovviamente.
Qualsiasi sia la vostra scelta, fate solo in modo di acquistare supporti ergonomici quindi, marsupi strutturati, fasce o ring (fasce con anello) che diano supporto e conforto alla colonna vertebrale del bambino, che non pesino su di essa e che li faccia sentire al sicuro, il più possibile vicino a voi, o come si dice altezza bacio, che quindi la loro testa sia abbastanza alta da arrivare a prendere un vostro bacio, per intenderci.

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